Provo sempre un sottile piacere nel mettere in scena spettacoli dalle trame leggere e divertenti, che si richiamano alla grande tradizione della commedia degli equivoci, del vaudeville o, ancor prima, della commedia degli errori di shakesperiana memoria.
Provo il sottile piacere di percepire il pubblico, inizialmente concentrato nel seguire attentamente lo sviluppo della storia, che necessariamente richiede tempo perché venga svelato tutto il groviglio di situazioni e relazioni personali ingarbugliate, che poi finiranno per risolversi in un crescendo di risate e coinvolgimento.
Provo il sottile piacere di vedere ogni sera gli attori capaci di divertire e di divertirsi, concedendosi anche improvvisazioni che esaltano il già divertente risvolto della situazione.
Provo infine un immenso piacere nell'applauso finale, sincero, convinto, che il sempre numeroso pubblico ci regala al termine di ogni replica; dei commenti sempre positivi, a volte entusiastici, "rubati" nel foyer tra il pubblico sciamante; dei messaggi che riceviamo che ci chiedono di sapere quando debutteremo con il prossimo spettacolo...
Perché questa è per me la meraviglia del teatro: un grande gioco di fantasia che ci fa tornare bambini capaci di sognare ancora, tutti insieme.
(Cristiano Cecchetti)